Tassa regionale per il diritto allo studio: tutto quello che devi sapere

Quanto costa davvero studiare all’università? Oltre alle rette, c’è una tassa regionale che tutti gli studenti devono pagare. Un contributo che può creare non poca confusione, ...

Quanto costa davvero studiare all’università? Oltre alle rette, c’è una tassa regionale che tutti gli studenti devono pagare. Un contributo che può creare non poca confusione, soprattutto per le matricole. Ma perché è così importante pagare questa tassa e quali sono le conseguenze del mancato pagamento? In questo articolo cercheremo di fare chiarezza su questo tema cruciale per tutti gli studenti universitari.

Cos’è la tassa regionale e a cosa serve

La tassa regionale per il diritto allo studio è un contributo obbligatorio che tutti gli studenti universitari devono pagare per sostenere i servizi e le attività connesse al diritto allo studio universitario. Tale tassa è stata istituita con l’art 3 commi da 20 a 23 della Legge n. 549 del 28/12/1995 al fine di potenziare le disponibilità economiche delle regioni per l’erogazione di borse di studio e prestiti d’onore. Le borse di studio sono somme di denaro erogate agli studenti meritevoli e con difficoltà economiche per sostenere le spese universitarie. I prestiti d’onore, invece, sono somme di denaro che gli studenti possono richiedere e restituire in seguito, con tassi d’interesse agevolati.

Oltre alla cosiddetta tassa regionale università, gli studenti sono tenuti al pagamento l’imposta di bollo ed il contributo omnicomprensivo, calcolato in base all’ISEE dello studente ed altri fattori come i crediti conseguiti e il tipo di corso di laurea. Sarà soprattutto quest’ultima variabile di costo ad influenzare la spesa finale dell’iscrizione.

Così come per le altre voci di spesa, il pagamento della tassa è un requisito indispensabile per l’iscrizione a ciascun anno accademico. Pertanto, l’università non potrà procedere all’immatricolazione o all’iscrizione dello studente se non verrà presentata la prova del versamento. Il mancato pagamento comporterà il blocco della carriera accademica e la perdita di eventuali benefici economici precedentemente assegnati.

A quanto ammonta la tassa al diritto allo studio?

L’importo della tassa regionale per il diritto allo studio può variare da una regione all’altra. Ogni regione italiana ha una propria agenzia o ente per il diritto allo studio (ad esempio, l’ADISU in Umbria e Puglia, DiSCo per il Lazio o Er.Go per l’Emilia-Romagna) che stabilisce l’importo e le modalità di gestione dei fondi. In genere, il costo della tassa oscilla tra i 120 e i 200 euro massimi annui, anche se in molte regioni è stato stabilito l’importo fisso di 140 euro a prescindere delle variabili personali di ogni studente.

Ciononostante, alcune regioni prevedono esenzioni o riduzioni del pagamento della tassa regionale per il diritto allo studio per gli studenti in condizioni economiche disagiate, per coloro che ricevono una borsa di studio o prestiti d’onore, per gli studenti con handicap pari o superiori al 66% o per gli studenti iscritti a singoli corsi.

Per quanto riguarda le modalità di pagamento, queste possono variare a seconda dell’università. Generalmente, il pagamento della tassa regionale avviene insieme alla prima rata delle tasse universitarie, ma le procedure possono differire. Alcune università prevedono il pagamento online tramite sistemi di pagamento elettronici come PagoPA, mentre altre permettono il versamento tramite bonifico bancario o bollettino postale.

È bene sottolineare che ogni regione dispone di proprie direttive ed ogni Ateneo universitario ha un proprio regolamento interno. Per tali motivi si consiglia di consultare i vari regolamenti o le sezioni dei siti degli atenei su “Come pagare le tasse universitarie” al fine di ricevere informazioni più dettagliate rispetto al proprio caso specifico.

Chi può chiedere il rimborso della tassa regionale

Non capita di rado di confondersi, a causa delle molteplici pratiche burocratiche e finanziarie da dover gestire ad inizio anno accademico, e pagare erroneamente la tassa del diritto allo studio. In questo caso occorrerà richiedere un rimborso. Così come per gli importi e le modalità di pagamento, anche la casistica inerente a chi può ricevere un rimborso varia in base alla propria università e regione d’appartenenza.

In generale, nella maggior parte dei casi può richiedere il rimborso della tassa regionale chi:

  • ha effettuato un doppio pagamento per errore;
  • risulta vincitore di una borsa di studio (talvolta, per i vincitori di borsa di studio il rimborso della tassa può essere effettuato senza la necessità dell’invio della richiesta, essendo effettuato d’ufficio dopo il pagamento del saldo della borsa di studio);
  • ha effettuato una iscrizione cautelativa;
  • ha effettuato una rinuncia agli studi;
  • ha un’invalidità pari o superiore al 66%;
  • richiede il trasferimento ad altro ateneo o fuori regione;
  • non ha provveduto all’iscrizione dell’anno accademico;
  • ha conseguito la laurea nella sessione straordinaria;
  • si è iscritto contestualmente in due atenei.

Rimane fondamentale informarsi sulle modalità di pagamento e sulle agevolazioni disponibili presso la propria università, così da adempiere agli oneri finanziari nei termini previsti per potersi immatricolare e per usufruire di eventuali benefici.

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