PagoPA e PST Giustizia: come pagare contributi e diritti

Nell’era della digitalizzazione, la semplificazione dei rapporti tra cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione rappresenta una priorità strategica. In Italia, questo percorso ha trovato ...

Nell’era della digitalizzazione, la semplificazione dei rapporti tra cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione rappresenta una priorità strategica. In Italia, questo percorso ha trovato uno dei suoi punti focali nello sviluppo di piattaforme e strumenti per il pagamento elettronico, primo tra tutti PagoPA, il sistema standard per tutti i pagamenti verso la Pubblica Amministrazione. Il PST Giustizia (Portale Servizi Telematici della Giustizia) invece, integrandosi con questa piattaforma, ha specificamente rivoluzionato le modalità di versamento di contributi e diritti nell’ambito dei procedimenti giudiziari.

L’introduzione di questi strumenti ha segnato un passaggio fondamentale dalla tradizionale burocrazia cartacea e dai pagamenti in contanti o tramite bollettini postali a un sistema moderno, trasparente e interoperabile. L’obiettivo primario è ridurre i tempi, eliminare le inefficienze e aumentare la trasparenza, garantendo al contempo la sicurezza delle transazioni e la piena tracciabilità dei flussi di denaro.

Il PST Giustizia e la digitalizzazione dei servizi giudiziari

Il Portale Servizi Telematici (PST) Giustizia è l’infrastruttura digitale voluta dal Ministero della Giustizia per consentire agli operatori del diritto (avvocati, periti, CTU, notai, etc.) e, in parte, ai cittadini, di accedere in modalità telematica ai servizi della giustizia. Nato per la gestione del Processo Civile Telematico (PCT) e successivamente esteso ad altre aree, il Portale è diventato il punto di accesso unificato per il deposito di atti, la consultazione di fascicoli processuali e, aspetto cruciale, il pagamento telematico di oneri giudiziari.

L’integrazione di PagoPA con il PST Giustizia è stata un punto di svolta nella digitalizzazione della giustizia italiana. Prima di questa attività, il pagamento del contributo unificato, dei diritti di cancelleria e di altri oneri avveniva prevalentemente tramite modelli F23 o marche da bollo cartacee, con processi spesso lenti e complessi. Ora, tramite il PST Giustizia, è possibile generare l’avviso di pagamento PagoPA direttamente dalla piattaforma, semplificando enormemente la procedura e garantendo la corretta associazione tra il pagamento e il procedimento giudiziario.

Come pagare con PagoPA

Come detto, il processo di pagamento online di contributi e diritti nell’ambito dei procedimenti giudiziari, tramite l’integrazione tra PagoPA e il PST Giustizia, è stato notevolmente semplificato, offrendo una soluzione efficiente e tracciabile per avvocati, professionisti e cittadini.

Per procedere con un pagamento relativo a oneri giudiziari, l’utente deve innanzitutto accedere al PST Giustizia, che avviene tipicamente con credenziali SPID, Carta d’Identità Elettronica o Carta Nazionale dei Servizi (CNS), garantendo un’identificazione sicura e univoca dell’utente.

All’interno del PST Giustizia, l’utente dovrà navigare nella sezione dedicata ai pagamenti telematici, dove avrà la possibilità di selezionare la tipologia di pagamento che intende effettuare. Tra i pagamenti più comuni rientrano il contributo unificato, necessario per l’instaurazione o la prosecuzione di procedimenti civili, amministrativi e tributari, e i diritti di Cancelleria, dovuti per la richiesta di copie di atti, certificati o per altri servizi della cancelleria.

Una volta selezionata la tipologia di pagamento, il sistema richiederà all’utente di inserire i dati specifici relativi al procedimento o alla richiesta per cui si sta effettuando il versamento, come il numero di ruolo generale del procedimento, il tribunale di riferimento, le parti coinvolte, e l’importo dovuto. L’accuratezza di quest’ultimo è fondamentale, poiché garantirà la corretta associazione del pagamento al fascicolo processuale. In alcuni casi, il sistema può calcolare automaticamente l’importo dovuto in base alle informazioni inserite, riducendo il rischio di errori di calcolo.

Dopo aver inserito tutti i dati necessari, il Portale genererà un avviso di pagamento PagoPA, l’ormai famoso documento digitale che contiene tutte le informazioni essenziali per effettuare il versamento, tra cui l’importo da pagare, la causale del versamento, la data di scadenza e, soprattutto, il Codice IUV (Identificativo Unico di Versamento). L’avviso può essere scaricato in formato PDF, permettendo all’utente di stamparlo o di salvarlo per future consultazioni.

I metodi di pagamento

A questo punto, l’utente ha diverse opzioni per effettuare il pagamento attraverso il sistema PagoPA. Una delle modalità più comode è il pagamento diretto online tramite il PST Giustizia stesso, che spesso offre un collegamento diretto alla piattaforma PagoPA. L’utente può scegliere il proprio Prestatore di Servizi di Pagamento PSP di fiducia tra quelli abilitati (la propria banca, un istituto di pagamento, etc.) e procedere con la transazione utilizzando carta di credito/debito, conto corrente o altri strumenti supportati.

In alternativa, l’utente può utilizzare l’avviso di pagamento generato per effettuare il versamento attraverso altri canali abilitati PagoPA. Questo include l’utilizzo dell’Home Banking della propria banca (cercando la sezione dedicata a PagoPA), le app di pagamento che supportano PagoPA, come easypol, o l’app IO della Pubblica Amministrazione. In questi casi, sarà sufficiente inserire manualmente il codice IUV o, se disponibile, scansionare il codice QR presente sull’avviso.

Per chi preferisce i canali fisici, è possibile stampare l’avviso di pagamento e recarsi presso sportelli bancari, uffici postali, ricevitorie, tabaccherie o punti vendita SISAL/Lottomatica abilitati. Anche in questo caso, l’operatore utilizzerà il codice IUV o il codice a barre per registrare il pagamento.

Una volta completato il pagamento, la transazione viene registrata sul sistema PagoPA e comunicata al PST Giustizia. L’utente otterrà una ricevuta telematica di avvenuto pagamento, che serve come prova dell’operazione e che potrà essere allegata, se necessario, all’atto o alla richiesta da depositare in tribunale. Questo sistema elimina la necessità di acquistare marche o bolli fisici, riducendo la burocrazia e i tempi di attesa. La piena tracciabilità dei pagamenti garantisce trasparenza e sicurezza, minimizzando errori e contenziosi.

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